di Antonio Mango
Strane cose intorno al Napoli. C’era una volta una società che si vantava di lanciare il business globale del pallone. Che voleva rottamare il governo del calcio all’italiana, sconvolgendo calendari e interessi. Che preferiva un campionato europeo delle grandi a quello casereccio della provincia tricolore. Che acquistava Lavezzi, Hamsik, Cavani, Higuain, Callejon, Mertens, uno o due campioni all’anno per scudetto e coppe. Che si proponeva di diffondere il verbo della napoletanità, col suo prezioso cofanetto di simboli calcistici senza frontiere. Poi, la nebbia di una fase indecifrabile. Il cuore di tutto è una vox populi: De Laurentiis vende a uno sceicco. La diagonale tra pezzi di cronaca – tipo l’aiuto arabo al Giffoni Film Festival- conduce al Qatar in salsa campana, dove si farà Napoli-Juve di supercoppa (a dicembre).