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Ai prossimi pentiti della riforma RAI: non rompete i “gabbasisi”

di Vincenzo Vita

Lukacs avrà sorriso nella tomba. Quando il Senato ha votato nel disinteresse e per alzata di mano il testo del governo sulla Rai. Ora legge della Repubblica. Un finale penoso ma realistico, infatti, corrispondente alla pericolosa mediocrità dell’articolato. Cui, si potrebbe supporre -in bonis- numerosi parlamentari hanno dato un’adesione distratta e forse imbarazzata. Già la passata settimana era mancato per due volte il numero legale. Tanti favorevoli di oggi erano, invece, critici rispetto al tentativo di portare la Rai sotto il controllo dell’esecutivo. Come lo erano rispetto all’invasione mediatica di Silvio Berlusconi. Ora il quadro si è capovolto e una normativa che avrebbe visto crescere opposizione e barricate al cospetto del centrodestra a palazzo Chigi, passa disinvoltamente come una “varia ed eventuale” qualsiasi. Altro che patto del Nazareno. Qui si assiste alla soggezione diffusa al Capo, cui non è lecito ribellarsi neppure di fronte ad una svolta reazionaria che ci fa assomigliare paurosamente all’Ungheria o alla Bulgaria. Dove il governo sorveglia e punisce.

In morte della RAI

di Vincenzo Vita

Nelle prossime ore (oggi?) si consumerà il “delitto perfetto” del servizio pubblico radiotelevisivo. Quest’ultimo è dalla primavera-estate nella cella dell’esecuzione, in attesa di una telefonata del governatore che, naturalmente, non arriverà. Un’agonia durata 232 giorni. E il conto alla rovescia arriva proprio al confine tra l’autunno e l’inverno. Sull’azienda di viale Mazzini calano il buio e il freddo. Il Senato, in terza lettura, vara un testo mediocre e pericoloso. Una controriforma chiamata riforma, com’è d’uso nella stagione recente, quando ai misfatti politici si sono aggiunti quelli semantici.

Il mistero del nuovo canone

di Vincenzo Vita

Senza scomodare l’Eterno ritorno di Nietzsche, certo la vicenda della Rai assomiglia ad un ritornello senza fine: annunci, voci, anticipazioni, convegni. Ma nessun progetto definito presentato dal governo, che pure aveva promesso di recidere i rapporti tra l’azienda e i partiti, di anticipare a quest’anno il rinnovo della concessione dello Stato, di rimodellare la governance, di mettere mano al canone di abbonamento. Quest’ultimo argomento sembrava l’unico davvero attuale. E la Rai ha già acquistato la carta per i bollettini, visto che la riscossione avviene a gennaio.

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