Il libro che mancava è finalmente in libreria. Si chiama Malapolizia, edizioni Newton Compton. Casi noti e inediti di soprusi, reati, violenze compiuti dalle forze dell’ordine, ma anche qualcosa di più. Il libro indica per la prima volta, oltre i casi diversi di cui si occupa, un percorso di analisi e conoscenza, che supera l’ipocrisia della facile spiegazione delle “mele marce” e ci propone piuttosto quella ben più difficile da accettare di “un sistema profondamente malato”. Il libro lo ha scritto Adriano Chiarelli, 31 anni, che secondo biografia da contro-copertina è autore e sceneggiatore, ma non giornalista. E invece il pregio principale delle storie,raccontate in modo sobrio e chiaro, è quello di ricorrere ad un giornalismo oggi considerato “vecchio e fuori moda”: l’analisi attenta delle fonti, l’attinenza ai fatti, la ricerca laboriosa e faticosa dei documenti, l’assenza di tesi precostituite. Come scrive nella prefazione Checchino Antonini, altro giornalista “dai metodi vecchi e in disuso”: Questo libro ha il merito di aver messo in fila un bel po’ di casi in assenza di statistiche ufficiali e di aver cercato un filo nero che li collegasse-.