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Sinistra e TV, scusate il ritardo

“Bisogna ricreare un'industria audiovisiva di massa”

Intervista a Stefano Balassone, già vicedirettore di RAI tre

L'economia dell'informazione e il suo controllo. Dalla legge bavaglio all'attacco al WEB. Dalle notizie taroccate a quelle oscurate. Questi il tema di un convegno che si è svolto ieri, a Napoli, presso la sede del CIREM. Sono intervenuti Stefano Balassone (docente Suor Orsola Benincasa) e Pietro Greco ( giornalista scientifico) in un dibattito sui temi della libertà di stampa, del mercato dell’informazione e il suo controllo, alla luce dei fatti di queste ultime settimane.

Con Stefano Balassone, che insieme ad Angelo Guglielmi è stato tra i fondatori di RAI Tre, parliamo delle prospettive di resistenza e dei margini che ancora restano per affrontare in maniera diversa la legge-bavaglio, ma anche la “questione televisiva ” che le sta alle spalle.

Sta andando tutto storto

Economia, televisione, cultura, e pure la Nazionale. E’ l’ora di una moderna utopia

L’Architettura di una nuova TV

Testimoni oculari raccontano che a Milano 2, la città del sogno berlusconiano di ricchezza diffusa, sul laghetto con le papere c’era il cartello “laghetto”. Una tautologia già profetica di quello che sarà il palinsesto di Canale 5, che prenderà vita proprio da quell’esperienza. Non a caso, un progetto di “città ideale “ ha dato vita a una nuova tv. Perché a sua volta la tv non fa altro che proporre modelli di vita a chi la “abita”. E nei prossimi giorni questo assunto proverà a trovare riscontro nella vera scommessa che sta dietro alla protesta contro la legge bavaglio: costruire un’altra “città televisiva”. Una agorà dell’etere, diversa da quell’enorme centro commerciale diffuso che dobbiamo “abitare” tutti i giorni, e di cui dobbiamo frequentare i canali e i televenditori più o meno travestiti.

Marinaleda, il socialismo in un paese solo

In Andalusia funziona da 20 anni una “città impossibile”

di Douglas Hamilton

Si possono mettere le proprie mani sulla propria città? É possibile concepire e realizzare uno spazio urbano a misura dei nostri bisogni, del nostro modo di pensarci come comunità? A Marinaleda, cittadina di 2.700 persone a 100km a est da Siviglia, in Spagna, si può. Qui tra gli anni ‘70 e gli anni ‘80, la lotta dei contadini e dei lavoratori ha espropriato le terre ai grandi proprietari. E su quelle terre, oggi, si è fabbricata una utopia.

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