Settimanale on line di Cultura, Spettacolo e Comunicazione

Inserto allegato a Terra, periodico ambientalista. Ideato e diretto da Giulio Gargia.
3D esce in edicola con 8 pagine di cronaca a fumetti, e 8 pagine di approfondimenti.

TV vs. Internet: la gaffe di Fazio lancia il contropiede di Civati

Il conduttore non lo invita e lui si riprende la par condicio con un'autointervista
di Luca Telese

L’ultima trovata della politica è questa: la satira della tv come elemento di propaganda per le primarie. Così, e la competizione per eleggere il nuovo leader del Pd fosse una sorta di Oscar della creatività politica da assegnare a chi riesce a dare prova di maggiore capacità inventiva, non c’è dubbio che il vincitore virtuale di questa mini–campagna elettorale dovrebbe essere Pippo Civati. E non solo per il suo slogan accattivante – l’orecchiabile "Civoti" – ma soprattutto le la geniale messa in scena della "finta" intervista a Fabio Fazio.

Torna un capostipite del cinema sulla parapsicologia

Martedì 3 dicembre alle ore 21 all’Alphaville di Roma per l’ottavo incontro del ciclo I capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso torna in versione integrale e originale sottotitolata il grande thriller parapsicologico inglese del 1973 'Don’t look now' (A Venezia... un dicembre rosso shocking) di Nicolas Roeg. Alla serata sarà presente l’attore Renato Scarpa, tra gli interpreti del film.

Capolavoro certamente, sconosciuto non proprio 'Don’t look now' (A Venezia... un dicembre rosso shocking) di Nicolas Roeg appartiene piuttosto alla categoria di quei film che perseguitati in Italia da vicende distributive avverse poi ripetutesi pure in fase di passaggi televisivi e di home video, è stato visto complessivamente molto meno di quanto si supporrebbe. In Gran Bretagna la sua sorte lo collega invece ad un altro titolo inglese coevo che vi abbiamo già proposto, 'The Wicker Man' di Robin Hardy, altra opera eccentrica rispetto alla produzione d’oltre Manica, inedito da noi. Insieme tagliuzzati e ridotti alla durata di un doppio spettacolo per le platee estive finirono col costituire il double più straordinario di sempre dal momento che il film di Roeg fu premiato come il miglior titolo inglese del 1973 e quello di Hardy entrò tra le 100 pellicole britanniche più rimarchevoli di sempre. Quella che proponiamo, così come si conviene ad un’opera di alto pregio, è finalmente la versione integrale e originale sottotitolata, ben diversa e più lunga di 10’ da quella che è circolata in Italia.

Rivoluzione in FM, dopo Audiradio arriva il Meter

Dopo il fallimento del fratello dell'Auditel, le misurazioni degli ascolti provano a cambiare tecnologia. Ma la macchina non è ancora partita e già s'inceppa

di Giulio Gargia*

Non bastavano i famigerati meter Tv dell'Auditel, ora arrivano anche quelli per la radio. Da più di un anno i diversi istituti di ricerca sulle indagini di ascolto, Nilsen, Ipsos, Eurisko e Médiamétrie, stanno sperimentando infatti i modelli di PPM, ovvero Meter Personale Portatile, su cui verranno riparametrati gli ascolti radiofonici.

In sostanza, sarà questo lo strumento con cui si formerà la classifica delle radio nazionali e locali a cui assegnare la pubblicità a seconda della quantità e del genere dei loro ascolti. In ballo ci sono 500 milioni di euro di pubblicità, che è la cifra annuale che le aziende investono nel mezzo radiofonico. Soldi che vanno divisi tra radio nazionali (quasi tutto) e locali (quasi nulla). Ma il 21 novembre, nell'ultima riunione del Tavolo Tecnico, convocato dall'AGCOM per trovare parametri condivisi tra gli operatori, questi stessi istituti hanno richiesto una condizione che rischia di fermare tutto: e cioè che siano anonimi, i risultati dei test sul campo, quelli operativi (quando il meter viene fisicamente affidato all'ascoltatore campione scelto) ovvero non si sappia da quale fonte vengono i dati. Una condizione che ha provocato una rivolta di tutti i partecipanti al Tavolo, per la mancanza di trasparenza di una richiesta  che sembra immotivata. In realtà, sembra che negli Istituti sia prevalso il timore che si formi negli operatori un pregiudizio verso un sistema o una tecnologia dell'uno piuttosto che dell'altro anticipando così una propensione verso una scelta di meter che costituisce comunque un affare per chi se lo vedrà affidato.

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