Settimanale on line di Cultura, Spettacolo e Comunicazione

Inserto allegato a Terra, periodico ambientalista. Ideato e diretto da Giulio Gargia.
3D esce in edicola con 8 pagine di cronaca a fumetti, e 8 pagine di approfondimenti.

Addio a Piero Mazzarella, grande interprete del teatro meneghino e simbolo di una Milano che non c'è più

di Ugo G. Caruso *

Se n’è andato pochi giorni fa, com’era nell’ordine delle cose, ma la sua morte mi ha comunque addolorato perché per Piero Mazzarella provavo una simpatia ed una stima particolari. Forse perché ai miei occhi e certamente non solo ai miei, rappresentava più di ogni altro quella di Milano che non esiste più e dalla quale attraverso la televisione quelli della mia generazione si sono sentiti molto formati. Anni fa avrei voluto dedicare una serata telesaudadista alla Milano televisiva, ovviamente quella degli anni del bianco e nero, ma il progetto è cresciuto troppo fino a complicarsi e a diventare di difficile realizzazione. E comunque per il futuro non è detta l’ultima parola. Ovviamente nell’ampia antologia di artisti cui pensavo (Milly, Marcello Marchesi, Tino Carraro, Walter Chiari, Gino Bramieri, Franca Valeri, Gianrico Tedeschi, Strehler, Grassi, Carpi, Fo e Rame, Franco Parenti, Celentano, Gaber, Jannacci, Ornella Vanoni, I Gufi, Tino Scotti, Lia Zoppelli, Franco Volpi, Sandra Mondaini, Adriana Asti, Anna Maria Guarnieri, Giulia Lazzarini, Carla Fracci, Cochi e Renato e tantissimi altri) non sarebbe mancato un tributo affettuoso a quel magnifico milanesùn di Piero Mazzarella.

Addio a Georges Descrierès, indimenticabile Arsenio Lupin del piccolo schermo

di Ugo G. Caruso *

Adieu a Georges Descrierès, indimenticabile Arsenio Lupin televisivo. Grazie al suo stile, all’ironia e allo charme il ladro-gentiluomo di Maurice Leblanc avrà sempre le sue sembianze nel nostro immaginario essendosi egli imposto su tutti gli interpreti cimentatisi nel ruolo prima e dopo di lui, sul grande come nel piccolo schermo.

Lavorare di meno e guadagnare di più, ecco la ricetta di Latouche

Il libro dell'economista francese “Incontri di un obiettore di coscienza”, spiega come si è giunti all'apice della crisi, svela il falso mito della produttività e indica il suo percorso per una nuova economia a servizio delle persone e dei popoli.

"E' un paradosso affermare che siamo in crisi. Nel 1972 c'era una crisi ecologica, prima ancora nel maggio 1968 c'era stata una crisi culturale e i giovani sono ancora oggi in questo tipo di crisi. Venne il tempo della Thatcher e di Ronald Regan, una controrivoluzione neoliberista che ci ha portato a questa situazione. Siamo in una crisi sociale e, con il fallimento della Lehman Brothers, dal 15 settembre 2008 ci troviamo in una crisi economica. Tutte queste crisi si mescolano e generano una crisi di civiltà, la crisi della civiltà occidentale. Siamo solo all'inizio, la situazione peggiorerà nei prossimi mesi e anni.

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