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Il gioco della morte

LA TV, ZONA ESTREMA DELL'ANIMA

Il 17 marzo del 2010 su France 2, canale pubblico transalpino, è andato in onda un programma particolare. Era uno documentario girato per indagare fino a che punto può spingersi un partecipante di un format Tv. Una sorta di esperimento immaginato dal produttore Christophe Nick e da un gruppo di ricercatori capeggiati da Jean-Le'on Beauvois, docente di psicologia sociale. I ricercatori hanno organizzato un finto quiz in cui si spingevano i concorrenti a usare scosse elettriche, da 20 a 460 volt, per punire chi sbagliava le risposte. Ma nessuno sapeva che si trattava di una finzione.

ELOGIO DELLA DISOBBEDIENZA TELEVISIVA

“Vedremo un film molto vero, molto duro. Un modo di guardare quello che c'è di più oscuro nell'umanità”. Con queste parole Christophe Nick presenta “Il gioco della morte”, il documentario andato in onda su LA 7 giovedì sera e presentato in versione originale, in contemporanea, al Roma Fiction Fest. Un documento che aggiunge un tassello a quello che forse già si sapeva della TV, ma che spesso si vuole dimenticare. Ovvero che in quella scatola c'è un enorme potere, usato per indurre comportamenti che sono spesso immorali.

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