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Popolo viola, fifa blu

La Costituzione: sana, robusta e molto incazzata

di Marco Ferri

Quando si scopre che un manipolo di fascistelli attempati organizza la più grande truffa ai danni dell’erario, certo non ci si può stupire. A loro della Costituzione, della democrazia, della Repubblica non è mai importato un fico. Quando e se rimarranno dentro un bel po’, allora la finiranno di denigrare le leggi dello Stato democratico, la finiranno di cianciare di mollezze, di governo con le palle: faranno di tutto per accedere ai benefici della Gozzini, quell’insieme di norme che hanno disciplinato la funzione rieducativa del carcere.

Quando si scopre che una cricca di manigoldi voleva lucrare sul terremoto dell’Aquila, “ridendo alle tre di notte, sotto le lenzuola”, allora si capisce che la coesione sociale di un Paese democratico, basata sul rispetto delle regole, quelle regole “in deroga” alle quali si è cercato di costruire una mostruosa organizzazione che spaziava, mattone su mattone dall’emergenze agli eventi sportivi, quella coesione sociale sancita dalla Costituzione è in pericolo.

Quando si scopre che i top manager della Fiat si “pappano” un bonus di 10 milioni di euro, come premio per aver “cuccato” gli incentivi per la rottamazione, “cuccato” i soldi dell’Inps per la cassa integrazione, “cuccato” il consenso del Governo per la chiusura di Termini Imerese, mentre gli operai magari si pigliano pure un po’ di manganellate dalla polizia, come è successo ad Avellino, allora si capisce che l’art.1 della Costituzione (“L’Italia è un Paese democratico, fondato sul lavoro”) è una semplice leggenda del neo-liberismo made in Italy.

Quando si scopre che con i trucchi del televoto un cretinetti di sangue blu può ragliare da dieci milioni di televisori e arrivare secondo al festival di Sanremo, dando lustro alla famosa battuta che recita “sei un imbecille, così imbecille, talmente imbecille che alle Olimpiadi dell’imbecillità arriveresti secondo. Perché sei un imbecille”, si capisce che quando si sostituisce la democrazia con la videocrazia succedono cose grottesche, poco decenti per un Paese che è tra i primi otto grandi del mondo.

Quando si scopre che l’8 per 1000 è stato utilizzato per sovvenzionare le missioni militari all’estero, comprese Iraq e Afghanistan, allora si capisce che cosa se n’è fatto del dettame costituzionale, secondo cui “l’Italia ripudia la guerra per dirimere le controversie internazionali”.

Quando si scopre che si vuole negare la libertà di culto, negare il diritto all’asilo politico, applicare i respingimenti, introdurre il permesso di soggiorno a punti, si capisce che il razzismo e la xenofobia sono il frutto avvelenato di leggi in palese contrasto con il nostro assetto costituzionale

Quando si scopre che la Costituzione della Repubblica italiana, invece che essere costantemente applicata, oggi bisogna difenderla dagli attacchi concentrici del berlusconismo, allora si capisce in quale guaio ci siamo cacciati.

Non ho niente contro il “popolo viola”. Ho semplicemente una “fifa blu”: che a forza di difenderla, la Costituzione la mettiamo nello sgabuzzino delle buone intenzioni da realizzare.

Invece, la Costituzione è uno strumento giuridico, sociale, culturale e politico da usare per far progredire le donne e gli uomini di questo Paese.

Per questo è stata scritta dai “padri fondatori” e condivisa dalla generazione dei nostri padri. Per questo, la Costituzione non va difesa. Va usata in tutta la sua potenza per ristabilire le regole del gioco democratico in questo Paese. Questo è. È la medicina buona della democrazia italiana.

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