Artic Spy Story

Una nave assaltata dai pirati nel Baltico, in pieno 2009. Era dal 1.500, dai tempi di Sir Francis Drake, il corsaro inglese, che non avveniva qualcosa del genere.

Quella che raccontiamo nelle pagine successive è la storia di un vero intrigo internazionale, con i maneggi e i depistaggi dei 3 servizi segreti più efficienti del mondo : la CIA, l'FSB ( ex KGB ), e il Mossad. Una vicenda che parte dalla fine della guerra fredda, dall'affondamento del sommergibile nucleare Kursk, nel 2000. Un incidente in cui giocò un ruolo importante la marina statunitense. Fonti qualificate affermano che fu una nave USA, che stava spiando le manovre militari cui il Kursk partecipava, a provocare l'incidente che affondò il sottomarino. E che per rimediare, gli USA s'impegnarono a recuperare e mettere in sicurezza i siluri atomici dello stesso Kursk. Operazioni complicate e lunghe, ancor di più se in mezzo ci sono 9 anni e 2 presidenti diversi, Bush e Obama.

Barack cerca di spegnere ogni rivalità militare con la Russia, e inaugura la linea del dialogo con l' Iran. E qui entra in gioco Israele. I servizi di Tel Aviv s'allertano quando sanno che una nave russa sta recuperando armi atomiche dal Kursk. Sospettano una “triangolazione” della Russia con l'Iran, impegnato nel braccio di ferro per l'atomica.

E allora decidono di agire. Comincia così un complicato gioco a scacchi, che vede da una parte la CIA e l'FSB , e dall'altra il Mossad. Una partita senza esclusione di colpi bassi, di cui – come in tutte le grandi storie di spionaggio – non è ancora chiara qual'è la vera posta in gioco.

Ci sono ipotesi inquietanti su cosa ci fosse davvero sull'Arctic Sea. Su come la vicenda di un segreto ( quello dei siluri atomici del Kursk ) ne contenesse un altro ancora più segreto, in un gioco di matrioske in cui i russi sono maestri. Qualcosa di cui forse si stavano occupando gli specialisti dell’intelligence militare russa nella centrale segreta ospitata nel complesso idroelettrico di Tambov, sul fiume Dnepr. Il resto, ve lo raccontiamo a fumetti.

di Giulio Gargia