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Orrore, violenza e corruzione. La provincia inglese ai tempi del tatcherismo nell'affresco malefico di David Peace divenuto con Red Riding Trilogy un capolavoro televisivo

Al Teatro Comunale di Rovito (Cosenza) domenica 11 gennaio, a partire dalle 17, avrà luogo il primo evento speciale della stagione offerto dal Cineforum Falso Movimento e curato da Ugo G. Caruso: una kermesse dedicata a Red Riding Trilogy, la miniserie in tre episodi prodotta nel 2009 da Channel Four e tratta dalla quadrilogia dello scrittore inglese David Peace che si ispira ai cupi avvenimenti svoltisi a cavallo tra la metà degli anni settanta e quella del decennio seguente che insanguinarono lo Yorkshire sprofondandolo in un clima di terrore e di sospetto. Tre registi, Julian Jarrold, James Marsh e Anand Tucker, la sceneggiatura labirintica di Tony Grisoni e uno stuolo di straordinari attori britannici sono i punti di forza di una miniserie composta da tre episodi (1974, 1980, 1983) proposti da Ugo G. Caruso in un'unica soluzione. Ne viene fuori quindi una maratona di 300' nelle brumose contrade del male, senza sortilegi o eventi fantastici, nè vampiri o licantropi come nel cinema mainstream americano, ma solo mescolando la finzione alla cronaca nera dell'epoca. Per questa ragione pur avviluppando lo spettatore al pari di altre serie del genere thriller, Red Riding Trilogy risulta alla fine più disturbante proprio per il suo realismo sociale che non prevede nè catarsi nè redenzione. Presentato tra gli eventi speciali al Festival di Roma del 2009, a distanza di anni resta uno dei punti più alti della televisione di sempre.

Trittico televisivo di Channel Four derivato dalla tetralogia di David Peace, Red Riding Trilogy può sembrare apparentabile a talune serie che negli ultimi anni hanno rivoluzionato i codici della serialità riscuotendo un successo planetario ma in realtà si tratta di un'opera di ben altro spessore ed autenticità di quelle create direttamente per lo schermo domestico. In partenza, infatti c'è la tetralogia di David Peace, scrittore già tradotto felicemente per il cinema con "Il maledetto United" di Tom Hooper, uscito sempre nel 2009. Nei suoi quattro romanzi, rispettivamente intitolati 1974, 1977, 1980 e 1983 (in Italia editi da Il Saggiatore, Marco Tropea e Meridiano Zero), tutti ambientati nello Yorkshire a cavallo tra due decenni segnati da efferati episodi di cronaca nera, come una serie di delitti a sfondo pedofilo e poi, a distanza di pochi anni, un'altra sequenza di omicidi attribuiti al famigerato "squartatore dello Yorkshire", Peace - che all'epoca dei fatti era adolescente e dichiara di essere rimasto segnato per sempre da quei tragici eventi - mescola finzione e cronaca nera ricreando l'inquietante affresco di un Nord dell'Inghilterra in preda all'orrore, al sospetto, alla corruzione delle istituzioni, alla miseria, alla disgregazione sociale e alla putrescenza morale. Nella quadrilogia ridotta per lo schermo a trilogia, molti fatti e personaggi ricorrono, un po' come nei romanzi della celebre tetralogia di Los Angeles firmati da James Ellroy e proprio nel collegamento sotteranneo esistente tra storie, personaggi ed epoche contigue ma diverse, sta il bandolo della matassa. Red Riding Trilogy la storia di vittime facili (bambine, donne, omosessuali, marginali), di vittime inconsapevoli, di reietti della società che vengono eliminati come capri espiatori per le colpe di chi detiene il potere e ne abusa, sicuro della propria intoccabilità. La magnifica e labirintica sceneggiatura di Tony Grisoni, prendendo le mosse dal testo letterario di Peace, parte dalla cupa vicenda di una serie di bambine rapite, violentate, torturate e uccise ed infine rese grottesche dall'apposizione sulla schiena di ali cigno. Le indagini sembrano da subito risentire del contesto ambientale marcescente in cui si svolgono, caratterizzato da un autentico termitaio di personalità ambigue e perverse le cui storie intrecciandosi, compongono il grande affresco maligno di una piccola provincia del male. Il trittico racconta la lotta di tre antieroi, ciascuno protagonista di un episodio, (un giornalista, un poliziotto, un avvocato) che ancora ripongono fiducia nel sistema e che sono pertanto destinati al fallimento più atroce. Al contrario di Carlos di Olivier Assayas - già proposto da Caruso nell'edizione integrale due anni fa proprio a Rovito - che si presentava come la felice scorribanda televisiva di un acclamato regista cinematografico e dunque in partenza prodotto autoriale , Red Riding Trilogy è un capolavoro collettivo firmato da tre registi diversi e dallo stile riconoscibile ma pervenuti qui ad un risultato finale omogeneo e compatto. Un appuntamento immancabile per gli amanti della letteratura noir, del genere thriller, del cinema inglese e della televisione d'autore.