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Festa di fine anno per il caro amico Harold

Pinter secondo Edmo Fenoglio nella serata telesaudadista dedicata al teatro in tv

Sarà Harold Pinter, il grande drammaturgo inglese, premio Nobel per la letteratura nel 2005, scomparso alla vigilia di Natale del 2008, il protagonista dell'annuale appuntamento curato da Ugo G. Caruso e dedicato al teatro in televisione nelle stagioni del bianco e nero, quelle indimenticate dei "venerdì della prosa" inventati da Sergio Pugliese.

Giunto alla dodicesima edizione dopo le tante dedicate al teatro americano, quelle sulla pochade francese, su Gilberto Govi, su Goldoni\Baseggio, su Cechov ed infine l'anno scorso su Flaiano, l'incontro è stato intitolato da Caruso con un gioco di rimandi ma anche con chiaro riferimento al calendario "Festa di fine anno per il caro amico Harold".

Organizzato dal Movimento Telesaudadista, ai cui sodali è riservato, l'incontro avrà luogo lunedì 28, a partire dalle 17.30, nei locali di un'associazione culturale che ha sede nel centro cittadino di Cosenza.

Il programma prevede la riproposizione di due pièces ridotte per la televisione a dieci anni di distanza l'una dall'altra sempre da Edmo Fenoglio, un regista dallo stile personale e riconoscibilissimo (I giacobini, I grandi camaleonti, Il conte di Montecristo, Tartarino sulle Alpi, I Buddenbrock), ovvero "Il calapranzi", scritto da Pinter nel 1957 e trasmesso dalla Rai nell'ottobre del 1967 nell'edizione interpretata da due autentici principi della scena quali Gianrico Tedeschi e Aroldo Tieri, peraltro affiatatissimi tra loro per le tante collaborazioni passate. Seguirà "Il guardiano", del 1959, trasmesso nel gennaio del 1977 nella trascrizione che vede protagonista un grande Peppino De Filippo, per una volta in un ruolo drammatico, affiancato nell'occasione da Ugo Pagliai e Lino Capolicchio. Quasi un dittico dunque quello di Fenoglio, che accosta due pièces molto rappresentative del cosiddetto "teatro della minaccia", la definizione data all'opera di Pinter, ebreo di origini familiari ucraino-polacche, fortemente ispirato da Samuel Beckett. Caruso che l'anno scorso aveva realizzato un piccolo evento su Alan Ayckbourne, conferma la sua soddisfazione per aver allestito questa serata avvalendosi di materiali rari e direttamente attinti alla sua collezione personale, quale appunto "Il calapranzi", mai rieditato dalla Rai.

"Da molti anni Harold Pinter è il mio drammaturgo contemporaneo preferito -spiega Caruso- almeno da quando lo scoprii nell'adolescenza attraverso i film di Joseph Losey, ai tempi in cui per i dizionari era ancora assimilabile al movimento dei "giovani arabbiati". Poi mi incuriosì il suo tentativo di tradurre la Recherche per il cinema e da allora non ho perso un solo adattamento dei suoi spettacoli in Italia in cui ho visto recitare il meglio del nostro teatro". Come di consueto, il pomeriggio telesaudadista, sarà aperto da un buffet di benvenuto a base di dolciumi e specialità natalizie in cui accanto ai soliti prosecchi e passiti farà la sua apparizione stavolta un ottimo scotch, proprio di quelli che scorrono a fiumi nelle sue piecès, per cui è lecito supporre che non sarebbe dispiaciuto allo stesso Harold Pinter.

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