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Nel backstage dei famosi continua la rivolta dei cameramen

Intervista a Stefano Bacci, presidente dei CLB

Finisce l'Isola dei Famosi, ma non le polemiche. In particolare, continuano quelle che riguardano il caso delle troupe “ schiavizzate” da Magnolia con contratti atipici e condizioni di lavoro al limite per assicurare la copertura del reality. Dopo la protesta e la replica di Gori, oggi il CLB (Coordinamento Lavoratori del Broadcast ) rilancia. “Faremo tutto quello che serve per difendere i nostri diritti, in sede legale e sindacale” dice Stefano Bacci, presidente dell'associazione che fa da portavoce alle rivendicazioni dei cameramen dell’Isola.

Si dice che siete professionisti preparati a quello che ci si può aspettare da un reality del genere...
Si è vero, siamo professionisti, pronti ad esperienze di questo genere, sapevamo del gravoso impegno fisico e della necessità di capacità professionali adeguate. Ma quello che ha preso i nostri colleghi in contropiede è stato il cambiamento di scenario e la minimizzazione da parte della produzione rispetti agli inconvenienti che questo avrebbe provocato. Ad esempio, quest’anno c’erano 5 o 6 isole che corrispondono ad altrettante location e perciò a diverse ore di spostamento in barca. Barca e non elicottero, come in altri casi. Poi 2 bagni per 54 persone, nessuna norma di sicurezza. Il cibo era scarso, l'acqua razionata: la prima bottiglietta gratis, la seconda a pagamento. Il tutto per aumentare i margini di profitto della produzione tagliando sul costo del lavoro. Per lavare la biancheria bisognava pagare. Per raggiungere gli alloggi dal luogo di lavoro c'era un bus: uno la mattina, uno la sera. Per gli altri turni e gli altri rientri bisognava pagarsi un taxi locale. Insomma, si sono moltiplicati di disagi, mentre lo stipendio è stato ridotto, del 10 per cento.

Ma i suoi colleghi hanno denunciato subito queste condizioni?
La mancanza di case di legno prefabbricate e i trasporti in barca piuttosto che in aereo erano stati giustificati dal produttore esecutivo di Magnolia, Francesco Pucci, come vincoli imposti dalle associazioni ambientaliste del Nicaragua. Invece, finito il programma, è già arrivata la troupe della produzione spagnola (sempre Magnolia), con le sue casette in legno e i suoi elicotteri per i trasbordi. Mettono anche a disposizione più pullman per garantire i rientri dei vari operatori ai loro alloggi.

Ma quanto li pagano per tutto questo?
Da 120 a 130 euro netti al giorno, in media, comprensivi di tutto, straordinari e notturni compresi. La contrattazione è stata individuale, e ai nostri colleghi hanno fatto firmare un contratto speciale con lettera di dimissioni incorporata. Inoltre è stato loro spiegato che non si sarebbero accettate lamentele “fini a se stesse” e che, la cifra accettata nel contratto era “onnicomprensiva di qualsiasi disagio”. Alcuni operatori, più vicini alla produzione, possono prendere anche 3 volte più degli altri. Il resto della troupe è stato assunto da due ditte appaltatrici, la VIDEE di Pordenone e la M2 di Trento.

Avete fatto un sit-in alla Rai, da cui è scaturita un'interrogazione parlamentare. Quale è stata la risposta dell'azienda?
La risposta alla interrogazione parlamentare è stata la diretta con i due tecnici che noi definiamo “fantozziana”. Hanno detto, i due, che si sarebbero anche portati i figli in vacanza. La diretta è stata una sorpresa per il resto della troupe, è avvenuta a loro insaputa. Gli altri tecnici sono stati allontanati, è stato spento l’audio delle loro cuffie e anche disattivato il collegamento con la diretta, che loro hanno attraverso un piccolo pulsante a portata di mano, in modo che non potessero rendersi conto di quello che stava accadendo. La telecamera è stata messa in mano di uno non professionista ed è partito il collegamento con la Ventura. Probabilmente questi cameraman che si sono espressi erano in una location più favorevole, o, verosimilmente, hanno subito pressione. Con la minaccia di togliere l’appalto alla società cui fanno riferimento. Il resto dei tecnici ha scritto una lettera di dissociazione che renderemo nota a breve, lettera che hanno indirizzato alle proprie società appaltatrici.
 
Quale è stato il rapporto con la popolazione locale?
 Pessimo. Gli operatori in trasferta in Nicaragua mi riferiscono che è il rapporto globale con gli abitanti del luogo ad essersi deteriorato a causa, verosimilmente, di comportamenti inadeguati da parte della produzione, improntati a sfruttamento delle risorse umane locali. Innescando perciò delle dinamiche “predatorie”. In questo contesto, pare che una signora che fa parte di Magnolia (forse una ispettrice) è stata ferita a colpi di machete sul lungomare.

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