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La donna che incastrò il premier

Patrizia D’Addario, un anno vissuto pericolosamente

“Quando ho cominciato a raccontare le mie vicende a Fragassi, per questo film, mi sono presentata con una valigia piena di documenti: volevo dimostrare che qualsiasi cosa io dicessi era dimostrabile.
Non mi dovete credere sulla parola, credetemi perché io posso dimostrarlo. D'altra parte, il loro problema era quello di farmi passare per una cialtrona, una povera pazza”. Patrizia D'Addario, sul palco del Circolo degli Artisti, all'anteprima ufficiale de “Le dame e il cavaliere” è determinata e lucida. Dentro, però, porta i segni di un anno vissuto pericolosamente, come accusatrice dell'uomo più potente d'Italia.

“Giro con una busta di medicinali, ho un'ernia del disco quasi inoperabile, e mi hanno svaligiato casa, non mi sono rimasti più nemmeno i miei vestiti. Sapete quando si dice: mi hanno lasciato in mutande? Ecco, a me nemmeno quelle... “. Comincia così un'intervista collettiva, vagamente surreale, tra l'ex-prostituta e una platea “alternativa”, dove il pubblico è diviso tra ammirazione e diffidenza. Non c'è però – e qui il segno culturale è evidente – nessuna morbosità, nessuna voglia di gossip, ma tanta voglia di capire.

Perché ha registrato?
Erano 8 anni che facevo denunce per violenza al mio ex-compagno e la polizia non faceva niente. Allora, a un certo punto ho cominciato a registrare, prima in audio, poi anche in video... E allora, solo allora qualcosa è successo. Così, da quel momento registro tutto.

Ma se fosse andata a buon fine la raccomandazione di Berlusconi che lei aveva chiesto, se le avessero dato quei permessi, lei oggi sarebbe qua?
Certo, io non ho deciso di parlare a prescindere. Sono stata chiamata dal magistrato, e là ho scelto: ho detto tutto. In più, lo potevo dimostrare, avevo le registrazioni. Altrimenti, mi avrebbero già rinchiuso in manicomio o arrestato per calunnia.

Ma lei ha un vantaggio da tutto questo: è diventata una delle donne più famose d'Italia, no?
Se lo chiamate vantaggio... io qui sono venuta gratis, il film l'ho fatto gratis, le interviste anche, e immaginate solo quanti soldi avrei potuto chiedere se fossi stata zitta, avendo quelle registrazioni. Avrei avuto molti più vantaggi rimanendo in silenzio, come hanno fatto le altre ragazze che erano con me alle feste, e che ora hanno i loro bravi benefit di vario genere.

Ma lei comunque faceva la escort, qualche dubbio nei suoi confronti è naturale...
Si, ma io ero costretta, il mio ex-compagno mi picchiava e minacciava mia figlia, ho dovuto mandarla fuori Italia adesso. E comunque, come ho detto, io posso dimostrare ogni cosa , documenti alla mano”.
Nel film si vede un altro testimone scomodo, Gino Flaminio, oggetto di una trappola giornalistica. Con lei hanno provato qualcosa di simile?
No, ma mi hanno invitato a 2 trasmissioni “Un giorno da pecora” e “ Barbareschi Shock“ e all'ultimo momento hanno disdetto tutto. Ancora devo sapere perché.

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