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Gli occhi sul futuro del cinema degli anni '70

Da lunedì 27 maggio all'Alphaville di Roma 2013: I SOPRAVVISSUTI , una rassegna sulla fantascienza distopica nel cinema degli anni 70 a cura di Ugo G. Caruso e Marcello Rossi

Siamo tutti scontenti del tempo che viviamo. Diciamocelo, non è proprio quello che avevamo sognato . Però a pensarci bene poteva( o potrebbe ancora) finire peggio. Uno scenario da incubo! Metropoli deserte in cui imperversano orde di freaks albini o al contrario sovrapopolate con la gente affamata che si accapiglia per una pasticca di soylent verde. Il mondo regredito a civiltà tribale in seguito ad un’apocalisse nucleare oppure”evoluto” in società ipertecnologiche, oppressive, “orwelliane”. I rapporti privati e sociali sono ormai disumanizzati e ci si svaga in tornei mortali o con crudeli rituali di massa. I robot non più esseri servizievoli hanno sovvertito il dominio dell’uomo. E’ la Terra del futuro, ovvero la nostra epoca attuale così come la si immaginava negli anni settanta secondo cupe previsioni che riflettevano le angosce tipiche di quel decennio in film amari, inquietanti, poveri di effetti speciali ma avvincenti e rimarchevoli, in sintonia con la migliore letteratura coeva di science fiction. Tutto ciò appena prima che Guerre stellari ed ET trasformassero il genere in favola stupefacente e rassicurante per un pubblico di bambini di ogni età. Vale la pena di rivedere o recuperare quei film.

'The wicker man' all'Alphaville di Roma

Lunedi 2O maggio alle 21, per la serie i capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso, thriller britannico cult e maudit del 1973 inedito in Italia

Ecco come ce lo presenta il curatore della rassegna:

“Per il quarto incontro della serie I capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso in programma al Cineclub Alphaville (v. del Pigneto, 283) di Roma, ho pensato ad un film raro ed inedito in Italia, decisamente maudit a causa delle tante traversie distributive che gli sono valse le stimmate del film di culto tra i suoi tanti fan d’oltremanica.

Betty Page, un racconto degli anni '5O che arriva fino a noi

E' stata definita l'anti Marylin, e viene ciclicamente riscoperta. In Italia, per la prima volta la biografia di Lorenza Fruci ci restituisce un ritratto a 36O° di una delle icone della femminilità degli anni '5O, Betty Page.

“ E’ il 22 aprile del 1923 quando in una casa di Nashville nasce una bambina destinata a diventare una star. Un sorriso che s’imporrà per sempre come simbolo della sensualità e della gioia di vivere la sessualità, dietro cui si nasconde l’impressionante storia di una vita vissuta ai margini, la cui oscurità è stata sovrastata dall’accecante luce del mito. Un’infanzia travagliata e precaria, fatta di instabilità, abusi e povertà. La voglia di riscatto cercata nello studio forsennato. L’improvvisa scoperta della potenza di quella bellezza fuori dal comune, che poteva regalare una via d’uscita dalla triade “moglie-insegnante-segretaria”. Gli amori sbagliati, affrettati, i matrimoni naufragati. L’esperienza dei camera-clubs e dei girlie magazine e quel talento naturale a mettersi in posa. Gli scatti rubati, le violenze subite, gli eccessi davanti all’obbiettivo. Playboy, il successo e gli scandali, le indagini dell’FBI e il ritiro nel silenzio. La pace cercata nella fede, che si trasforma in fanatismo, depressione, schizofrenia e violenza. Una vita distrutta da quell’immagine ormai lontana di pin-up sexy e sorridente, che contemporaneamente nel mondo sta creando una leggenda. “

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