Settimanale on line di Cultura, Spettacolo e Comunicazione
Inserto allegato a Terra, periodico ambientalista. Ideato e diretto da Giulio Gargia. 3D esce in edicola con 8 pagine di cronaca a fumetti, e 8 pagine di approfondimenti.
Pino Cavuoti deve pagare 12mila euro. “Il mio giornale non c’è più e io non ho i soldi”. Non è l’unico caso
Condannato a pagare dodicimila euro a seguito di una condanna per diffamazione a mezzo stampa, il giornalista abruzzese Pino Cavuoti di Vasto (Chieti) ha messo da parte l’orgoglio, ha confessato di non avere quei soldi e ha lanciato una sottoscrizione pubblica. La condanna a versare il risarcimento è stata emessa a maggio 2014 dalla Corte d’Appello civile di Roma in relazione a un articolo pubblicato a gennaio del 2006 dal quotidiano Nuovo Molise. Cavuoti pagherà con i soldi ricavati dalla colletta e grazie a uno sconto sulle spese legali. La sua vicenda non è isolata e dimostra che le sanzioni economiche dovrebbero essere proporzionate al reddito e al patrimonio del condannato, come indica la giurisprudenza europea.
A Cosenza un dittico di recenti film americani per discutere del rapporto tra i media e le verità ufficiali della politica. Giovedì 22 e poi, ad una settimana di distanza, giovedì 29 gennaio, sempre alle ore 21, Ugo G. Caruso, ideatore della minirassegna, da sempre appassionato frequentatore di cose americane, conversa con Luciano Regolo, già direttore di varie testate e protagonista mesi orsono di un caso di censura assurto all'attenzione nazionale e Anna Rosa Macrì, giornalista Rai di lungo corso, storica collaboratrice di Enzo Biagi e curatrice de Il fatto fino al fatidico "editto bulgaro" del 2002.
Una cartolina di Mathieu Madenian
traduzione di Patrizia Di Terlizzi dalla pagina 7 di CHARLIE HEBDO del 14 gennaio 2015
Caro Charlie,
ma hai visto che casino? Hai visto che parlano tutti di te? Non è strano? Lo sai, sono sconvolto da tutte le persone che ho visto durante questa settimana. Quando Charb mi ha proposto di scrivere su Charlie, ho sentito che avrei avuto l'occasione di unirmi a un manipolo di irriducibili, un improbabile gruppo di disegnatori erotomani, di economisti alternativi, di mangiapreti uniti dal desiderio di ridere, denunciare, accomunati dal piacere di dispiacere. Quindi non c'era quasi nessuna ragione per leggerti. Quando ti compravo, mi sentivo unico. Un po' come il tizio a cui piace una serie americana che poca gente conosce. Tutti guardano PLUS BELLE LA VIE(1) e tu ti ricarichi con THE WIRE(2). Caro Charlie, ci eri quasi riuscito.