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Freccero: “Giglio, un reality vero che appassiona l'Italia”

di Dario Ronzoni – da www.linkiesta.it

Costa Crociere, il naufragio, il crollo. E, tutt’intorno televisioni e pubblico. Nel mezzo, due personaggi già diventati simbolici e assoluti: il comandante Francesco Schettino, a rappresentare il male, e il capitano Gregorio De Falco, che invece personifica il bene. Oppure il primo ricorda Berlusconi, e il secondo Mario Monti. Ecco la similitudine più diffusa.

L’informazione ai tempi della “Concordia”

di Antonio Mango

Tra falsi, rubamazzetto televisivo e super-show da salotto. La Costa Concordia ha svelato il lato B dell’informazione nazionale. Ricapitoliamo: la nave affonda, il capitano se ne va, i passeggeri si arrangiano con le scialuppe, tra cuochi filippini, eroi di giornata e navigatori già sugli scogli. La tragedia si consuma in due ore, tra le 21.42 dell’inchino omicida e le 23.00 più o meno del si salvi chi può. Segue la notte fonda dei salvataggi à la carte. Il tutto tra furiose litigate telefoniche (capitaneria vs comandante), rivelate per fornire il solito quadro melodrammatico degli italiani felloni o eroi.

Il naufragio italiano, l'illuminante metafora del Concordia

di Beppe Grillo

Costa Concordia è la metafora dell'Italia. Una balena arenata sugli scogli. Il capitano prima ha causato il problema, poi lo ha negato e poi è scappato. Come Piè Veloce Berlusconi. Il capitano pretendeva di dare istruzioni dalla spiaggia, con i piedi all'asciutto, mentre i suoi secondi erano rimasti a bordo. Esattamente come i partiti con il governo Monti.

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