You are here

Riparte con un thriller francese inedito in Italia la rassegna i capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso

Lunedì 7 alle ore 21 al Cineclub Alphaville di Roma (v. del Pigneto, 283) è in programma Ne le dis à personne di Guillame Canet (2006).

Piccole stranezze della distribuzione nostrana: il lungometraggio di Canet, talentuoso attore francese, dietro la macchina da presa per la seconda volta, è uscito nel paese d'origine quasi quattro anni fa, nel Novembre 2006. Per poi conoscere nei mesi successivi un successo senza precedenti: quattro Cèsar (regia, attore, montaggio e musiche) all'inizio del 2007, distribuzione globale, persino una recente uscita limited nei teatri statunitensi che ha suscitato non pochi entusiasmi da parte della critica.

Ma che fine ha fatto, in Italia, Ne le dis à personne? Sorprende che, nonostante la facilità fraterna con cui accogliamo spesso e volentieri opere d'oltralpe che poi vengono tacciate di eccessiva "francesità", si sia dimenticato per strada questo thriller mozzafiato. Soprattutto perché Canet, nonostante la scarsa esperienza, è proprio un regista sorprendente. Furibondo e insieme misurato: doverosamente egocentrico nello sfoggio di una tecnica notevole (come nelle lunghissime fughe a piedi della parte centrale), così come sa tirare fuori i muscoli quando è il momento, allo stesso modo sa mettersi da parte in caso contrario.

Il film, prodotto Luc Besson, è basato su un romanzo dello scrittore americano Harlan Coben, Tell no one, adattato per lo schermo dal regista insieme a Philippe Lefebvre. Merito di Canet è stato quello di riuscire a condensare in maniera efficace la complessa materia narrativa del libro di Coben, con un intreccio articolato in numerose sotto-trame in cui passato e presente si confondono e si sovrappongono. Il nucleo della vicenda è costituito dal mistero sulla tragica morte di Margot Laurentin (Marie-Josée Croze), raccontato nel prologo. Otto anni più tardi il suo tormentato vedovo, il pediatra Alexandre Beck (François Cluzet), si trova improvvisamente a dover fare i conti con quei terribili avvenimenti e con i numerosi dubbi che circondano l’assassinio di sua moglie, donna-fantasma ricomparsa dal nulla, secondo un topos basilare del cinema noir (da Vertigine di Otto Preminger a La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock).

Il resto lo fa l'ottimo cast, François Cluzet in primis, e una storia che va a scavare nei segreti e nelle bugie senza però essere morbosa o torbida. Ma Ne le dis à personne non è solo tesissimo e ricco di colpi di scena, grazie a una sceneggiatura tra le più intricate che si ricordi ma con un'intelligente e coesa doppia risoluzione mostra, con il suo straziante e romantico finale, il coraggio di essere catartico solo a metà - macchiando con le lacrime di compromesso una felicità raggiunta con il sudore e con il sangue, a rischio della propria vita. Hai detto niente.