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Le vicende dell’Europa orientale nella parabola di un buffo cameriere

Martedì 14 alle ore 20,45 al Teatro Comunale di Rovito (Cosenza) per il primo Cineappuntamento del 2014 Ugo G. Caruso presenta Ho servito il re d’Inghilterra (Obsluhoval jsem anglického krále - Repubblica Ceca / Slovacchia 2006 in v.o.s.i), film inedito in Italia del maestro Jirí Menzel tratto dal romanzo di Bohumil Hrabal. Interviene telefonicamente Silvana Silvestri de Il Manifesto.

La storia racconta l’ascesa e la caduta di Jan Dite, un giovane cameriere nella Cecoslovacchia degli anni ’30, piccolo di statura, grande amante delle donne, mosso dall'ambizione di diventare un grande albergatore. Dalle prime esperienze di vita nella cittadina natale della Boemia dove truffa i propri clienti alla stazione, vendendo loro wurstel senza dare il resto, la sua “scalata” sociale lo porterà in un bar vicino ad un postribolo e in seguito, grazie alla conoscenza di un milionario vero, in un grande albergo di lusso che in realtà è un bordello dove personaggi dell’alta società cecoslovacca, come pure dell’èlite internazionali si distraggono dalle incombenze quotidiane confortandosi con cibo raffinato ed armoniose curve femminili. La fortuna poi vorrà portarlo all’Hotel Pariz, il più prestigioso di Praga, città in cui incontrerà l’amore della vita nelle fattezze di Lisa, una tedesca infervorata di nazismo. La sua esistenza, a questo punto, sarà segnata da una serie di svolte inattese che vanno di pari passo con i mutamenti storici dell’Europa dell’est, dall'invasione nazista, alla II^ Guerra Mondiale, all'avvento del regime sovietico.

Il primo film del maestro della Nová vlna dopo la morte di Bohumil Hrabal, suo abituale compagno di sceneggiatura, mantiene perfettamente lo smalto surreale e fatalista dello scrittore ceco. Ancora una volta, pur alle prese con un budget insolitamente importante per un film esteuropeo, Menzel si conferma regista magistrale e dallo stile inconfondibile. Le tante trovate narrative, gli stacchi di montaggio con cui si passa elegantemente da un’epoca all’altra, ci danno la cifra di una creatività fin qui inesausta, capace di rappresentare la vita anche nei suoi aspetti più tragici grazie ad un occhio sempre capace di stupirsi e ad una vena umoristica semplicemente geniale.