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Cineclub Alphaville

Recuperato un mistery polacco a sfondo esoterico

Martedì 15 alle ore 21 sesto appuntamento del ciclo i capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso all’Alphaville di Roma.

Medium, è un film diretto nel 1985 da Jacek Koprowicz (nel cast “i kieslowskiani” Jerzy Stuhr e Grazyna Szapolowska). Un thriller parapsicologico d’atmosfera mitteleuropea che attinge alla feconda tradizione nera della letteratura nazionale, rimanda a Caligari e Mabuse e si apparenta ai vertiginosi romanzi d’intreccio di scrittori “asburgici” come Leo Perutz e Alexander Lernet-Holenia.

Riparte con un thriller francese inedito in Italia la rassegna i capolavori sconosciuti secondo Ugo G. Caruso

Lunedì 7 alle ore 21 al Cineclub Alphaville di Roma (v. del Pigneto, 283) è in programma Ne le dis à personne di Guillame Canet (2006).

Piccole stranezze della distribuzione nostrana: il lungometraggio di Canet, talentuoso attore francese, dietro la macchina da presa per la seconda volta, è uscito nel paese d'origine quasi quattro anni fa, nel Novembre 2006. Per poi conoscere nei mesi successivi un successo senza precedenti: quattro Cèsar (regia, attore, montaggio e musiche) all'inizio del 2007, distribuzione globale, persino una recente uscita limited nei teatri statunitensi che ha suscitato non pochi entusiasmi da parte della critica.

Gli occhi sul futuro del cinema degli anni '70

Da lunedì 27 maggio all'Alphaville di Roma 2013: I SOPRAVVISSUTI , una rassegna sulla fantascienza distopica nel cinema degli anni 70 a cura di Ugo G. Caruso e Marcello Rossi

Siamo tutti scontenti del tempo che viviamo. Diciamocelo, non è proprio quello che avevamo sognato . Però a pensarci bene poteva( o potrebbe ancora) finire peggio. Uno scenario da incubo! Metropoli deserte in cui imperversano orde di freaks albini o al contrario sovrapopolate con la gente affamata che si accapiglia per una pasticca di soylent verde. Il mondo regredito a civiltà tribale in seguito ad un’apocalisse nucleare oppure”evoluto” in società ipertecnologiche, oppressive, “orwelliane”. I rapporti privati e sociali sono ormai disumanizzati e ci si svaga in tornei mortali o con crudeli rituali di massa. I robot non più esseri servizievoli hanno sovvertito il dominio dell’uomo. E’ la Terra del futuro, ovvero la nostra epoca attuale così come la si immaginava negli anni settanta secondo cupe previsioni che riflettevano le angosce tipiche di quel decennio in film amari, inquietanti, poveri di effetti speciali ma avvincenti e rimarchevoli, in sintonia con la migliore letteratura coeva di science fiction. Tutto ciò appena prima che Guerre stellari ed ET trasformassero il genere in favola stupefacente e rassicurante per un pubblico di bambini di ogni età. Vale la pena di rivedere o recuperare quei film.

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