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Riccardo Tavani

Il tumulto di Dahlia Chan, graphic poem sul filo dell’abisso di un ventaglio

Riccardo Tavani

A un certo punto, non ricordo bene quando, ma una sera di qualche anno fa, all’improvviso, il pittore e maestro d’arte Gualtiero Savelli mi ha chiesto un testo che andasse bene per un fumetto astratto, non figurativo. “Un fumetto astratto, ma che roba è?!?”, ho risposto con strascicata lentezza all’istantaneità di quella rapinosa, lampeggiante richiesta. “Una roba che non se ne trova molta in giro”, fu il quasi afasico responso. “E come si fa?” chiesi, strascinando e allungando al massimo il tempuscolo di quei quattro pur minimi vocaboli, nella speranza mi venisse in mente qualcosa, mentre li pronunciavo. “Beh, tipo… tu pensa a un ritmo sgangherato e non a un senso pre-appiccicato”.

Giuseppe di Giacomo commenta il film di Calin Netzer

Il caso Kerenes

La relazione negata di ragione-emozione e il perdono incondizionale di Derrida

di Riccardo Tavani

La razionalità si presenta a volte come un aspetto patologico dell’emotività. Cornelia Kerenes, una cinquantenne della moderna borghesia romena, soffre per la perdita di controllo sul figlio trentenne Barbu. Questi, all’opposto, fa del tutto per scrollarsi di dosso anche la più flebile ombra della presenza materna e per contraddirla in tutti gli aspetti della loro relazione. Cornelia ha scarsa stima di quel solido ma disadorno professionista che è suo marito Domnul, e sottopone la loro domestica, che svolge servizio anche in casa di Barbu, ad asfissianti interrogatori sulla vita che lui conduce con Carmen, una donna divorziata con la quale il giovane convive. Barbu ha maturato un carattere irascibile, scostante, capace solo di arroccamenti e fuga dalle responsabilità e questo si riflette anche nel suo rapporto con Carmen.

"Salvo", una canzone e una pistola tra la polvere e l'ombra

Nel piccolo film premiato a Cannes si può ritrovare la riflessione di Derrida su vista, pianto e accecamento

di Riccardo Tavani

Salvo” è un film di poche parole, parecchia ombra, polvere, ferraglia, ruggine. È stato meritatamente insignito a Cannes 2013 con il Gran Premio e una Menzione Speciale. Scenario la Sicilia e la lotta spietata tra cosche locali. Salvo, il protagonista del titolo, è il micidiale, efficientissimo killer di uno dei boss dominanti. È difficile si faccia uscire qualche parola dalla bocca, sembra un muto. Non ha bisogno di pensiero, linguaggio, ma solo di una pistola, perfettamente funzionante e oliata. Lui è quella pistola. Rita, invece, la sorella di un capo-clan avverso, è realmente cieca. Conta le banconote che il fratello scarica quotidianamente in casa e ascolta sempre la struggente “Arriverà” dei Modà con Emma, canzone che da sola costituisce anche l'intera colonna sonora del film.

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