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Un flashback di inedita "Pornografia"

Questo il titolo del il film di Jan Jakub Kolski, mai visto in Italia e ispirato al celebre romanzo di Gombrowicz proposto da Ugo G. Caruso nel cineappuntamento # 35 della rassegna Flashback lunedì 4 novembre (ore 21 al teatro comunale di Rovito (CS).

Tratto dal celebre, omonimo romanzo, di Witold Gombrowicz, il film racconta la storia di due maturi intellettuali che discettano sulla bellezza della gioventù. Nel 1943, mentre "l'incendio arroventa l'Europa", Witold, il narratore (alter ego dello scrittore), ritrova lo stravagante amico Fryderyk (uno straordinario Krzysztof Majchrzak), in uno di quei saloni della Polonia occupata dai nazisti dove intellettuali ed artisti si intrattengono con frivolezza. I due uomini, cinici e disillusi, decidono di rifugiarsi nella tenuta di campagna dell’amico Hippolyte, dove sono colpiti dalla acerba e conturbante bellezza di sua figlia Henia, la figlia adolescente di Hippolyte.

Sebbene la ragazza sia già promessa a Vaclav i due amici tramano per gettarla nelle braccia di Karol, suo amico di infanzia, dando vita ad un gioco crudele e perverso. Le loro azioni avranno tragiche conseguenze, mentre la guerra incalza e minaccia la quiete intorno alla tenuta. Diretto dal talentuoso Jan Jakub Kolski (classe 1956), il film Pornografia si discosta dal romanzo rinunciando alla sfida della trasposizione schermica per la manifesta infilmabilità del testo gombrowicziano, optando piuttosto per un testo filmico ricco ed affascinante sul piano visuale. Il gioco pornografico dato dal confronto tra la giovinezza sfrontata dei due adolescenti (Henia e Karol) e i due “inutili” cinquantenni (Fryderyk e Witold) annoiati dalla guerra, diventa piuttosto un pretesto per mettere in scena la lotta dell’immoralista Fryderyk contro fantasmi della sua memoria. La visualizzazione di queste ossessioni è uno dei punti forti del film: il persistente leit motiv dei titoli, le improvvise epifanie sensoriali, i ricordi visivi e sonori amplificati, la percezione costante di un clima di insanità e di marcescenza fanno del protagonista un personaggio ultrasensibile lontano dai giochi formali e dall’humour nero del romanzo. Lo spettatore che riuscirà a dimenticare Gombrowicz verrà attratto dal film di Kolski, ben poco “pornografico” ma misterioso, spiazzante e perturbante per come riesce a mettere in scena un gioco al massacro emotivo.